13 gennaio 2009

Si, è andata proprio così!

Gabriel's Oboe del Maestro Morricone nella mia green room.
Capire che il cielo è solo il soffitto del teatro dove adoro camminare ogni giorno. Quel che più mi piace è che sul palco non si ha paura di essere sè stessi perchè a luci spente sembra di parlare nel vuoto, non si vede nessuno e si può essere se stessi poi, ironia della sorte, quando lo spettacolo finisce e si scende la scaletta che porta nel mondo reale si capisce che lì bisogna recitare con grande abilità un pò per la paura del pubblico un pò per la paura di essere visti per quello che siamo veramente.


Waterfalls on my walls

Ho trovato un sacchetto di monete d'oro in macchina qualche sera fa, ho pensato che avrei dovuto restituirle ma tutto ad un tratto ho pensato di fare un viaggio, in un posto lontanissimo, sconosciuto ai più. Sono partito dalla mia green room, ho preso la prima canoa che è passata per le rive del mio letto, con me ho portato il necessario: un paio di Tiger identiche a quelle che già indosso, un paio di jeans un pò larghi in vita, una camicia nera e altre tre identiche, sopra il mio inseparabile giubbotto di pelle nera. Il nero non è un colore? Dai, non scherziamo, è il colore più bello e completo che possa esistere. Detto ciò il percorso ristagna e devo sempre remare più forte prima a destra e poi a sinistra e così via, poi quando inizio a tirare il fiato sento il vento che mi spinge sempre più avanti, il fragore dell'acqua aumenta e adesso posso sdraiarmi e farmi cullare dalle onde. Presto cade l'attenzione e inizio a scegliere il dvd dei sogni che voglio avere, opto per la mia grande raccolta di colori e suoni e premo play. Apro il tappo del cielo e improvvisamente il chiaro celeste svanisce e tutto diventa vuoto, ognuno può appendere qualcosa per aria, io metto qualche poster e un paio di lampadine rosse che non vanno più bene in camera mia. Presto fatto e se adesso guardi in aria vedrai un collage bellissimo di pensieri e leggerezza. Mi ritrovo a camminare in una campagna quasi troppo bella per essere vera e all'improvviso incitato da un coro che ritma "cento cento cento" spingo fortissimo verso il basso la ruota di legno del mulino bianco. Tonnellate di farina fuoriescono dalla macina e tutto ad un tratto la neve si posa dentro ad una sfera di plastica che contiene New York, ma non è un comune souvenir, è veramente la città che si è ritirata per il freddo. Voglio entrarci ma io e la mia canoa siamo troppo ingombranti allora penso che ci tornerò un'altra volta, magari quando la mia gita sarà terminata. Si perchè adesso il tremolio della canoa si sente così tanto da svegliarmi e appena alzo la testa mi accorgo che sto risalendo le rapide controcorrente, senza remare, solo con il pensiero e con tutto quello che ho portato con me. Mangio un paio di fette di pane con la tempera e mi pulisco le mani ad una nota tela di un noioso museo che ormai non è più capace d'incantare, le guardie m'inseguono ma io salto giù dal balcone e boom! Atterraggio morbido e delicato, lenzuola calde mi avvolgono e nelle mie tasche nemmeno una moneta, viaggio finito proprio come i soldi...ma ne è valsa la pena.

Dedicato a quelli che non si fanno troppe domande e hanno letto velocemente.