Da ventiquattro ore sprofondo in un baratro arido e senza fine, qualcosa di simile ad una discesa velocissima verso un inferno che non sembra arrivare mai. Non provo nemmeno a resistere, non voglio smettere di soffrire, non ho più la forza di farlo. Chiudendo gli occhi sento pungere le mie orbite che partoriscono lacrime taglienti come lame che si conficcano sulle mie guance scavando solchi profondi come il dolore a cui non mi abituerò mai. Mi addentro nella biblioteca che ho in testa e non riesco a trovare nessun libro, nessuna poesia,nessuna canzone, nessun film e nessuna frase che descriva in qualche modo quello che sto attraversando adesso. Sogno di voltarmi nel letto, svegliarmi tutto sudato e finalmente venire a contatto con quell'incubo che spesso ricorre nelle mie visite da Morfeo.
16 dicembre 2007
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