20 febbraio 2009

"L'ombra della luce"

Solca la luce che riflessa in una goccia salata attraversa rendendo florida una guancia che per troppo tempo è rimasta con l'espressione tirata del dubbio. Dal torrione più alto che esclude tutto ciò che mi si avvicina osservo una partitura paradisiaca che si leva tra le nuvole spiegate davanti alla mia finestra, un moto perfetto che sembra così delicato da diventare estremamente forte dinanzi alle crude notizie che si palesano con estrema chiarezza giorno dopo giorno. Ecco che le mani si muovono in maniera lenta mescolando con la sapienza di un'età che non m'appartiene i sogni che fuoriescono dalla mia bocca con quello che sarà e inevitabilmente con tutto ciò che ne è agli antipodi. Così vasta è la visione che ho che ogni grande passo che io stesso presento al mio istante successivo mi sembra solo un piccolo movimento verso la realizzazione disperata di un destino luminoso cosicchè mi volto indietro e vedo ancora me stesso immortalato nei miei sogni pregressi. Ogni singolo movimento è una conquista inattaccabile, la sensazione che gli altri non abbiano lo stesso piacere nel fare ciò che io trovo incredibile e gioioso, enorme distacco emotivo da chiunque, i cinque sensi in rivoluzione verso l'eccellenza del percepire umano. Infinite varianti di uno sguardo e dei pensieri che lo fanno unico e allo stesso tempo istantaneamente riconducibile a qualcosa di tangibile. Parole che sembrano tentare di giustificare un fiume che scorre velocemente senza vento né corrente, parole sbattute su un foglio come punizione per aver solleticato il palato del cervello. E poi ecco la visione ricorrente, i capelli della dama che non esiste che coprono le sue nudità in maniera così elegante da far rabbrividire la nascita della modesta Venere. Le sue mani sembrano accarezzare con amore anche nei movimenti più bruschi che non le apparterranno mai perchè è così lucente da far invidia agli angeli che l'hanno mandata sulla terra per me. Come in una canzone ella mi difenderà dalle forze contrarie e mi ricorderà come sarò infelice lontano dalle sue leggi, sarà la madre dei miei figli e la madonna stessa cui pregherò e chiederò scusa per i miei sbagli. Al di sopra dei miei pensieri c'è solo l'oggettività dei movimenti che riuscirò a fare verso questo mio paradiso che c'è ma che ancora non ho raggiunto e che spero potrò toccare con mano molto presto.
Touché.

14 febbraio 2009

Alcìde Pierantozzi - "L'uomo e il suo amore"

"Allora, senza risposte, capisco la mia Tragedia Dominante schiacciata sulla mia natura come una biforcazione menzognera, da una parte le mie rinuncie all'emozione e dall'altra le emozioni imposte dalla vita in sè attraverso i ricordi che separano il passato dalla luce migliore della metafisica, trasfigurandolo, questo passato, nello scheletro del tavoliere su cui le cose sono tali in quanto cose, e il divenire non è altro che un'ulteriore radice dell'affogamento, l'illusione in cui affonda la concisione di tutte le cose che sono state un "SONO" e , per questo, basta, sono eterne."