18 dicembre 2006

L'armadio


Una corona di pioggia si posa sulla mia testa ricordando la mia sovranità sulle parole notturne, quelle senza significato, quelle che si possono mettere in fila e dargli il senso che vogliamo perchè in realtà poi un senso non ce l'hanno. Al posto dello scettro una penna elettronica che si usa con due mani, un tappeto rosso che si è ristretto fino a diventare 20cm per 10cm, il palazzo reale dalle pareti bianche asettiche e i poster al posto degli affreschi. Nel mio regno le regole partono dai pensieri estemporanei, il tempo esatto è quello del pentagramma, e il sole non è quello che si sveglia tutte le mattine ma ciò che mi illumina.
La fragile nube regale che mi sovrasta inizia a scendere sul collo mescolando brividi di freddo a piacevoli massaggi naturali, una sensazione bizzarra, il potere che che si cela sotto ai vestiti, qualcosa di estremamente elegante ma al contempo non immediatamente riconoscibile. Allora c'è solo un modo per far capire alle proprie parole che il loro re è sempre lo stesso...rimetterle in riga come ho sempre fatto.

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